Il senso della responsabilità

Una persona, preoccupata dal distacco di parte dell’opinione pubblica dai traguardi della ricerca scientifica e dal patrimonio della conoscenza umana, potrebbe con difficoltà iniziare a elencare alcune nozioni centrali acquisite con lo studio degli ultimi anni e alcune delle riflessioni generate dalle nozioni apprese.

Potrebbe mancarle la voglia di raccontare come o perché si sia avvicinata a quel campo di studi e la sua dissertazione potrebbe evitare ogni tipo di introduzione e arrivare direttamente al punto della questione.


La mente umana dotata di pensiero simbolico ha le potenzialità, uniche nell’uomo, di interpretare il mondo tramite categorie e di reinterpretarlo in alternative sempre nuove grazie all’immaginazione. Questa caratteristica non solo è all’origine degli atti artistici e creativi, ma anche di tutte le trasformazioni ambientali, tecnologiche, economiche, sociali che si sono susseguite nella storia.

Le ipotesi su come la nostra specie si sia evoluta fino a Homo Sapiens sono varie. Anche se la difficoltà di dimostrazione non permette di considerarne nessuna come definitiva, un fatto sicuro è che il nostro stile cognitivo ha richiesto lo sviluppo di stadi della mente più elaborati per affrontare dinamiche sociali sempre più complesse e che, quando i primi esseri umani moderni lasciarono l’Africa, divenuta inospitale a causa dei continui cambiamenti climatici, fu grazie a questa straordinaria capacità che riuscirono a diffondersi per il Pianeta in un processo di conquista, durante il quale con molta probabilità furono sacrificate tutte le altre specie umane coeve.

Se è vero che ogni mente umana individuale è dotata di pensiero simbolico, è altrettanto vero che a stabilire quanto solido e fruttuoso possa essere il prodotto di un dato tempo storico in una determinata area geografica è la mente collettiva, capace di raggruppare le diverse esperienze umane e i diversi sforzi di apprendimento e di analisi.

Quella persona lo affermerebbe considerando la descrizione dell’ultima delle cinque fasi della mente teorizzate da Merlin Donald e le relative osservazioni di Colin Renfrew.

L’ultimo stadio, iniziato verso il 3500 a.C. e in atto ancora oggi, è, infatti, quello teoretico, caratterizzato soprattutto dalla nascita di un articolato sistema di memorizzazione esterna, costituito da archivi scritti e da altri metodi, volti a fissare dati graficamente e a tramandarli su larga scala. Un tale impegno di registrazione risulta fondamentale, poiché la relazione tra gli esseri umani e il mondo materiale comporta una base cognitiva condizionata alla compartecipazione di conoscenze e all’impiego degli stessi simboli interpretativi. Lo stesso apprendimento umano, a differenza di quello delle altre specie animali, è fondato proprio su un concetto di comunità esteso in ogni direzione sia temporale che spaziale.

Quella persona è convinta che, se da una parte, il nostro tempo ci ha permesso di vivere nella più estesa comunità umana della storia, in cui ogni singolo individuo è attivo nell’espressione di sé, delle proprie opinioni e nella condivisione della propria esperienza, la mancanza di responsabilità del proprio ruolo all’interno di quella stessa comunità ne sta trasformando, invece, le potenzialità positive in un preoccupante livello di degrado sociale e culturale.

Come individui, crede, siamo limitati, limitata la nostra percezione, limitato il nostro punto di vista, limitata la nostra esperienza del mondo e limitata la nostra conoscenza dell’enorme collezione di analisi e di tesi, che prima di noi e intorno a noi continua ad espandersi. Così come agli altri animali occorrono regole di sopravvivenza trasmesse dai genitori e dal branco, così noi esseri umani abbiamo assoluto bisogno di una conoscenza condivisa per poter comprendere e sopravvivere in una società sempre più complessa.

Se ognuno di noi ha bisogno dell’altro, ognuno di noi ha la responsabilità di non tradire la fiducia della comunità, mentendo, mistificando la realtà, offrendo interventi tanto superficiali da diventare deleteri o, semplicemente, non rendendoci conto di non essere all’altezza del ruolo che ci stiamo auto-assegnando.

È un crimine contro la nostra specie a cui non dovremmo partecipare, si ripete quella persona.

Solo approcciando la nostra libertà di espressione con questa consapevolezza, avremo il diritto di pretendere dagli altri la stessa attenzione, si ripete quella persona.

Solo se condividiamo lo stesso metodo di costruzione di un’ipotesi o di trasmissione di un’informazione, potremo imparare a riconoscere la validità e solidità di un’opinione, si ripete quella persona…

 

TO BE CONTINUED

 

(Testi di riferimento: I Signori del Pianeta di Ian Tattersall e Prestoria: L’alba della mente umana di Colin Renfrew)